Antonio Pedretti, Gestualpaludoso, 2023, olio e acrilico su tela, 130x100 cm

Antonio Pedretti, Gestualpaludoso, 2023, olio e acrilico su tela, 130×100 cm

Antonio Pedretti nasce nella provincia di Varese il 2 febbraio 1950. Si avvicina alla pittura giovanissimo realizzando sedicenne la sua prima personale nella cornice della Galleria Ca’ Vegia, a Varese. La sua formazione avviene all’interno dell’Accademia del Castello Sforzesco e poi all’accademia di Brera. 

Istinto e ricordo sono le componenti fondamentali della sua creazione artistica. Affascinato dalla natura dei luoghi di origine, ha continuato a ritrarli nel corso della propria decennale carriera, gradualmente spogliandoli, anche se mai del tutto, di evidenti elementi figurativi, per lasciare il posto all’impulsiva definizione della memoria. 

Il titolo della serie di tele giocate sull’ocra, le diverse tonalità di verde e, infine, i celesti, racchiude alla perfezione l’essenza del processo creativo e compositivo delle opere. In “Gestualpaludoso” è tanto la spontanea corsa del colore in primo piano, quanto l’azione nervosa del pittore, attraverso dei veri e propri graffi, a descrivere quasi fotograficamente i canneti di una palude lacustre in cui l’osservatore si trova improvvisamente a perdersi, ri-orientandosi solo alla vista di qualche ramo più distinguibile e scorgendo il rasserenante orizzonte in lontananza. 

Antonio Pedretti was born in the province of Varese on 2 February 1950. He approached painting at a very young age, holding his first solo exhibition at the Ca’ Vegia Gallery in Varese at the age of sixteen. His training took place within the Castello Sforzesco Academy and then at the Brera Academy. 

Instinct and memory are the fundamental components of his artistic creation. Fascinated by the nature of his places of origin, he has continued to portray them over the course of his decade-long career, gradually stripping them, though never completely, of obvious figurative elements, to give way to the impulsive definition of memory. 

The title of the series of canvases playing on ochre, different shades of green and, finally, celestials, perfectly sums up the essence of the works’ creative and compositional process. In “Gestualpaludoso” it is as much the spontaneous flowing of colour in the foreground as the painter’s nervous action, by means of actual scratches, that almost photographically describe the reeds of a lake swamp in which the observer suddenly gets lost, reorienting himself only at the sight of a few more distinguishable branches and discerning the calming horizon in the distance.

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